Non siamo i soli a voler una mensa a km 0

di Serena Clemente

VenerdA� 4 ottobre presso la sede della Provincia di Torino, si A? tenuto un convegno sul tema: “nuovi modelli alimentari e stili di vita“.

Sono stati presentati i risultati di un progetto europeo che si chiama ACTT – Alimentazione Consumatori Territori Transfrontalieri che ha coinvolto la Provincia di Torino e il Dipartimento della Savoia. Secondo questi risultati i consumatori cominciano a sviluppare una consapevolezza e un desiderio di ricercare una qualitA� del prodotto che deriva dalla sua vicinanza e dalla tracciabilitA�. Da questa ricerca si puA? ricavare che il campione A? interessato ai prodotti locali, addirittura vorrebbe che venissero contraddistinti da un logo. In Savoia viene considerato a�?prodotto localea�?quello della stessa Provincia, che proviene da massimo 50 km.

In Provincia di Torino le maglie per definirlo sono piA? larghe, si arriva a ritenere a�?prodotto localea�? quello che proviene dai confini regionali. La Dott.ssa Elena Di Bella, dirigente servizio rurale e montano della Provincia di Torino, ha chiarito quali sono gli obiettivi realizzati del progetto ACTT:

  • definizione di prodotto locale
  • valorizzazione dei circuiti distributivi del prodotto locale, che vengono individuati nelle mense scolastiche ed ospedaliere, nei mercati e nei Gruppi d’aquisto solidale (GAS)
  • visibilitA� ai prodotti locali, come A? stato fatto durante il Salone del Gusto di Torino

Questi obiettivi sono perseguiti in primo luogo per lo sviluppo economico e sociale del territorio, poi per la sostenibilitA� ambientale degli approvigionamenti alimentari e, infine, per il diritto d’accesso a cibo di alto valore nutrizionale a prezzi equi.

Un altro risultato raggiunto A? la definizione di un Manuale delle buone pratiche nella ristorazione scolastica. E’ stata fatta un’indagine sulla situazione dei capitolati di appalto in 6 comuni della Provincia di Torino (Collegno, Grugliasco, Rivoli, Pianezza, Pinerolo e Torino stessa). Da questa indagine A? emerso che il problema maggiore per convertire le forniture attuali in km 0 A? il sovradismensionamento degli appalti. Esso infatti richiede: concentrazione dell’offerta, logistica complessa, uniformitA� di prodotto, disponibilitA�. Tutti ostacoli alla realizzazione di mense a km 0, che, invece, vogliono dire rapportarsi alla piccola produzione.

Questa A? un problema rilevante per convertire le mense scolastiche di una cittA� della grandezza di Torino, ma puA? essere una buona opportunitA� per noi abitanti di Roppolo e Viverone. Non solo abbiamo numeri di pasti decisamente piA? gestibili, un contesto di produzione agricola prossima ancora su piccola scala, ma addirittura le cucine interne!

Il manuale delle buone pratiche di ristorazione prevede anche che ci sia una maggiore flessibilitA� del menA? in funzione della stagionalitA� dei prodotti ortofrutticoli piemontesi e della loro reperibilitA� sul territorio e quindi un aggiornamento delle tabelle merceologiche.

Mauro D’Aveni della Coldiretti di Torino ha suggerito delle proposte per rivedere i menA? che non possono prescindere dall’educazione al gusto degli alunni che usufruiscono della mensa. Inoltre ritiene che andrebbe fatta una revisione delle grammature e della porzionature, in modo da servire un pasto su misura e limitare gli sprechi. In tutto questo A? centrale mantenere un giusto prezzo dell’acquisto della merce, in modo da uscire dalla logica del massimo ribasso.

Ovviamente questo cambiamento va realizzato senza costi aggiuntivi per le famiglie. CiA? si puA? realizzare sia limitando gli sprechi e quindi razionalizzando gli acquisti, ma anche saltando i passaggi della distribuzione e acquistando direttamente dal produttore.

 

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