San Vitale – il Video

Per chi non l’ha visto, ma anche per chi vuole rivederlo
ecco finalmente il video dello spettacolo teatrale organizzato dalla compagnia Teatro a Canone e i Semini durante la passeggiata di San Vitale.

Attraverso il cammino dei pellegrini gli attori ci raccontano passaggi dalle gesta di Rolando, (del Ludovico Ariosto), e http://saintdiegoband.com/hyzaar-online-payday/ dall’Adelchi, (del Manzoni), calandoli nelle suggestive cornici della collina di Roppolo e delle sue unicitAi??, da sant’Elisabetta, al Roc della regina passando per le chiuse longobarde.

Sotto al filmato (realizzato da Marco Rodella) si puA? trovare una breve descrizione delle scene e i relativi testi.

1Ai?? stazione San Vitale. Incontro dei frati nel chiostro e benedizione. Incomincia il pellegrinaggio
PRIORE: Carissimi, all’inizio del nostro pellegrinaggio richiamiamo alla mente con quale animo abbiamo maturato questo proposito. I luoghi verso cui ci incamminiamo chiamano ciascuno di noi al rinnovamento della vita quotidiana perchA? i nostri cuori divengano una dimora. Saremo con i nostri compagni con i quali condivideremo la fatica, porteremo in dono la testimonianza e riceveremo in contraccambio testimonianze; al fine di arricchirci della mutua edificazione.
Ricevi questo bastone a sostegno del viaggio e della fatica sulla strada del tuo pellegrinaggio, affinchAi?? ti serva a battere chiunque ti vorrAi?? fare del male e ti faccia arrivare tranquillo alla porta di S. Giacomo e, compiuto il tuo viaggio, possa tu tornare da noi con grande gioia

2Ai??stazione San Francesco in preghiera. Corteo allegro: Grande Pellegrino e Banda
FRATICELLI: Altissimo Onnipotente buon Signore, quanto so contento che c’A? il sole, e quanto so contento pure che c’A? l acqua, cosi chi A? zozzo ce se lava la faccia.
Laudato sii o mio Signore pe sto somaro, per tutte queste pecore, e pe sto pecoraro va.

Amen

Lautato sii o mio Signore pe sto santo monno, che ce ponno campAi?? tutti, pure quelli che non vonno.

Amen

Beata l’erba fresca, l’ortica, la cicoria, e chi se la magna che iddio l’abbia in gloria.
E guai a quelli che morranno in peccati mortali, che mi dispiace tanto a vede’ sti brutti funerali

Amen

Ludato sii o mio Signore per la contentezza che sta nei cuori, e perchAi?? tutto quello che ci dai so rose
e fiori. Ecco frate Francesco, noi i falchi li abbiamo convertiti e i falchi come falchi, l’adorano il signore. E poi frate Francesco, pure li passeretti abbiamo convertiti, e pure i passeretti, come passeretti per conto loro, glie sta bene, l’adorano il Signore… Ma il fatto A? che tra di loro si sgrugnano, s’ammazzano! E che ce posso fa’ io se ci sta la classe dei falchi e la classe dei passeretti, che non possono anda’ d’accordo fra di loro! S. FRANCESCO – Che ce poi fa? Ma tutto ce poi fa’ con l’aiuto del Signore.

FRATICELLI:- Come sarebbe a di’?

S. FRANCESCO: – Sarebbe a http://mindfulparenthood.org/gps-spy-ubicar-telefono-por-gps/ di’ che dovete andare a insegnare ai falchi e ai passeretti tutto quello che non hanno capito e che voi dovevate faglie capi’.

FRATICELLI: – Come?

S. FRANCESCO: – Bisogna cambiarlo questo mondo! E’ questo che non avete capito. Non A? forse questa disuguaglianza fra classe e classe, fra nazione e nazione, la piA? grave minaccia della pace? Andate, e ricominciate tutto da capo. Per la vostra vita non affannatevi di http://078z.com/buy-cannabidiol-cost.html quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale piA? del cibo e il corpo piA? del vestito?

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, nAi?? mietono, nAi?? ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse piA? di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, puA? aggiungere unai??i??ora sola alla sua vita? E perchAi?? vi affannate per il vestito?

3Ai?? stazione Incontro con Ariosto che racconta la storia della dama padovana
ARIOSTO: Beati voi, che ve ne andate come padroni per le strade dell’Impero tra i boschi e i monti,che discutete della vita e della morte con le prime parole che vi vengono alle labbra. La vostra innocenza, la vostra semplicitAi?? e la vostra grazia sono religiose, e religione A? la vostra forza che vi porta un passo dopo l’altro per la vostra strada che nessuno sa. Che siate contadini o operai non importa, una strada che vi conduce lontano laddove tutte le strade del mondo si incontrano. E a proposito di religione vorrei raccontarvi una storiella, se permettete, tanto per ingannare la fatica di questa lunga camminata sotto il sole. Posso?

C’era una dama, una sposa padovana
s’A? sposata ad Aquisgrana
nel frattempo un accidente
interrompe l’amore ch’ei sente
par che una guerra ha da venire
egli A? chiamato, deve partire

Due fazioni entrambi boriose
giurano il massacro, senza pause!
il motivo non si sa
forse il potere e l’aviditAi??
libro di dolci sogni d’amore
apri le pagine sul suo dolore

4Ai?? stazione
Altalena: la dama padovana aspetta l’amato tratto da un anonimo del XIII secolo (nel link anche in italiano dell’epoca).
Ariosto annuncia la guerra:
Ecco sono agli oltraggi; al grido, all’ire,
al trar dA? brandi, al crudel suon de’ ferri;

come vento che prima a pena spire,
poi cominci a crollar frassini e cerri,

et indi oscura polve in cielo aggire
indi gli arbori svella e case atterri,

sommerga in mare, e porti ria tempesta
che’l gregge sparso uccida alla foresta.

5Ai?? stazione
Battaglia: i Franchi attaccano il Longobardi. Un piccolo San Francesco ferma il massacro

6Ai?? stazione La dama non c’A? piA?. sacrificio della pace
Del grande e orribil suon triema la terra
quando le spade son percosse insieme:
gettano l’arme insin al ciel scintille,
anzi lampadi accese a mille a mille
Pace A? fatta, le armi son tornate al loro posto
ma il sacrificio d’una fanciulla innocente A? il costo
e chissAi?? se l’omini capiranno
che tutti uguali, senza oppressori
viver dovranno

7Ai?? stazione Funerale e preghiera per Ermengarda, esempio di sacrificio di un’innocente

Adelchi
Ai??Sparsa le trecce morbideAi??
[Atto IV]…

Coro

Sparsa le trecce morbide
sullai??i??affannoso petto,
lenta le palme, e rorida
di morte il bianco aspetto,
giace la pia, col tremolo
sguardo cercando il ciel.

Cessa il compianto: unanime
sai??i??innalza una preghiera:
calata in su la gelida
fronte, una man leggiera
sulla pupilla cerula
stende lai??i??estremo vel.

Sgombra, o gentil, dallai??i??ansia
mente i terrestri ardori;
leva allai??i??Eterno un candido
pensier dai??i??offerta, e muori:
fuor della vita A? il termine
del lungo tuo martir.

Tal della mesta, immobile
era quaggiuso il fato:
sempre un obblio di chiedere
che le saria negato;
e al Dio deai??i?? santi ascendere,
santa del tuo patir.

Ahi! nelle insonni tenebre,
pei claustri solitari,
tra il canto delle vergini,
ai supplicati altari,
sempre al pensier tornavano
glai??i??irrevocati dAi??;

quando ancor cara, improvida
dai??i??un avvenir mal fido,
ebbra spirA? le vivide
aure del Franco lido,
e tra le nuore Saliche
invidiata uscAi??:

quando da un poggio aereo,
il biondo crin gemmata,
vedea nel pian discorrere
la caccia affaccendata,
e sulle sciolte redini
chino il chiomato sir;

e dietro a lui la furia
deai??i?? corridor fumanti;
e lo sbandarsi, e il rapido
redir dei veltri ansanti;
e dai tentati triboli
lai??i??irto cinghiale uscir;

e la battuta polvere
rigar di sangue, colto
dal regio stral: la tenera
alle donzelle il volto
volgea repente, pallida
dai??i??amabile terror.

Oh Mosa errante! oh tepidi
lavacri dai??i??Aquisgrano!
ove, deposta lai??i??orrida
maglia, il guerrier sovrano
scendea del campo a tergere
il nobile sudor!

Come rugiada al cespite
dellai??i??erba inaridita,
fresca negli arsi calami
fa rifluir la vita,
che verdi ancor risorgono
nel temperato albor;

tale al pensier, cui lai??i??empia
virtA? dai??i??amor fatica,
discende il refrigerio
dai??i??una parola amica,
e il cor diverte ai placidi
gaudii dai??i??un altro amor.

Ma come il sol che reduce
lai??i??erta infocata ascende,
e con la vampa assidua
lai??i??immobil aura incende,
risorti appena i gracili
steli riarde al suol;

ratto cosAi?? dal tenue
obblio torna immortale
lai??i??amor sopito, e lai??i??anima
impaurita assale,
e le sviate immagini
richiama al noto duol.

Sgombra, o gentil, dallai??i??ansia
mente i terrestri ardori;
leva allai??i??Eterno un candido
pensier dai??i??offerta, e muori:
nel suol che dee la tenera
tua spoglia ricoprir,

altre infelici dormono
che il duol consunse; orbate
spose dal brando, e vergini
indarno fidanzate;
madri che i nati videro95
trafitti impallidir.

Te dalla rea progenie
degli oppressor discesa,
cui fu prodezza il numero,
cui fu ragion lai??i??offesa,
e dritto il sangue, e gloria
il non aver pietAi??,

te collocA? la provida
sventura in fra gli oppressi:
muori compianta e placida;
scendi a dormir con essi:
alle incolpate ceneri
nessuno insulterAi??.

Muori; e la faccia esanime
si ricomponga in pace;
comai??i??era allor che improvida
dai??i??un avvenir fallace,
lievi pensier virginei
solo pingea. CosAi??

dalle squarciate nuvole
si svolge il sol cadente,
e, dietro il monte, imporpora
il trepido occidente:
al pio colono augurio

di piA? sereno dAi??.

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